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    24 Aprile 2005 | 
Juggling Magazine     
Intervista di Adolfo Rossomando   
GUIDO 
ACCASCINA, DA DOVE COMINCIAMO? 
Nell’81, a Palermo, facevo parte di un gruppo di ragazzi che organizzava mostre 
e dava spazio alla creatività, e il PCI ci chiese di occuparci della Festa 
dell’Unità. Organizzammo così un giardino con un souk arabo lungo mezzo 
chilometro, pieno di gente, di fantasia, di colore. Parteciparono 50.000 
persone, con un incasso di 95 milioni, e la festa venne prolungata di un’altra 
settimana! Ottenemmo allora in concessione zone degradate della città, 
coinvolgendo le forze attive della città. 
In 
quei giorni mi arrivò da S. Francisco (USA) un pacchetto da parte di mio 
fratello Gabriele. All’interno c’era un aquilone acrobatico, e un catalogo di 
aquiloni. Sfogliandolo vidi per la prima volta delle vere e proprie sculture 
volant, ed immaginai di poter sognare di notte un aquilone, costruirlo il giorno 
dopo, farlo volare e infine venderlo. Un ciclo completo di produzione senza 
intermediari, padroni, in assoluta libertà (one man work). Il caso voleva che 
mia madre avesse aperto in quell’epoca un negozio Città del Sole, che il gruppo 
CDS prendesse già aquiloni dall’Inghilterra, e che il mio amico velaio Francesco 
Valenza, con il quale stavamo arredando la Festa dell’Unità con centinaia di 
teli in spinnaker colorati, conoscesse benissimo questi materiali. Pochi giorni 
nella sua veleria era già nata la ditta Alivola, che oggi è una piccola impresa 
con dipendenti, rappresentanti e un circuito di circa 500 negozi di giocattoli, 
di modellismo, di sport, di aquiloni e giocoleria, dove tutti sposano benissimo 
aquiloni e giocoleria. Un’impresa sana, che cresce con costanza e gradualità, 
senza indebitarsi con le banche, che ha un buon prodotto e ottimi clienti. 
  
COME 
COSTRUIVI I TUOI PRIMI AQUILONI 
Allora 
non c’erano in Italia libri sugli aquiloni, e bisognava inventarsi veramente 
tutto. Guardavo i cataloghi con la lente d’ingrandimento, cercando di capire 
quale struttura supportasse la vela. Erano tempi in cui dovevi sperimentare, 
procedendo per prove ed errori. Con pochi libri di riferimento, tra cui Kites, 
di David Pelham, e molta sperimentazione; decisi allora di realizzare un mio 
libro sugli aquiloni, che venne pubblicato da Stampa Alternativa. Ero così preso 
da questo libro che a volte alzavo gli occhi dalla scrivania e mi sembrava che 
tutta la stanza volasse! 
C’era 
al tempo già un festival, quello di Cervia, dove nell’81 parteciparono 10 
aquilonisti, di cui sette stranieri e tre italiani, e fino al 92/93 conoscevo 
nome e cognome di tutti gli aquilonisti italiani. Poi l’aquilonismo è cresciuto, 
così come le discipline e i tipi di aquiloni, ed ora in Italia, con ben 60 club 
di aquilonisti, mi capita spesso di andare ai festival e di conoscere forse 
nemmeno la metà delle persone.  
  
IL 
MAGNETISMO DEGLI AQUILONI  
L’aquilone, esistendo da migliaia di anni, ha una sua stratificazione e fa parte 
ormai della cultura sociale. Quando dico che costruisco aquiloni, subito 
rispondono “Ah!” e, aprendo le porte della loro memoria, pescano un archetipo 
che tutti abbiamo dentro - l’idea del volo - che non si perderà mai.  
Una 
sera sulla spiaggia della Sicilia abbiamo alzato un aquilone che poi è scomparso 
nel buio della notte. Avevamo in mano questo filo e ci sembrava di essere 
attaccati alle stelle, un’esperienza un po’ magica. L’aquilone non ha tempo, e 
fatto il primo passo, come per la giocoleria e tante altre attività, varchi una 
soglia e non torni più indietro. Fai un movimento verso l’interno e verso 
l’esterno, entrando nella dimensione nascosta di te stesso e in un gruppo di 
persone da cui prima eri escluso. Un percorso iniziatico alla fine del quale sei 
più maturo, più adulto. Poi c’è chi come me ci rimane dentro per tutta la vita. 
Un giorno abbiamo attaccato ad un’aquilone un walkman ed una telecamera, che 
riprendeva a cento metri d’altezza il mare agitato, con il vento che entrava nel 
microfono e le poesie di Bob Wilson da sfondo; un video breve ma dagli effetti 
da brivido. 
  
POPOLO DI 
GIOCOLIERI E POPOLO DI AQUILONISTI 
Esiste, 
come in tutti i gruppi sociali, una rete, che non è codificata e che è formata 
da persone che col tempo si sono riconosciute in un certo spirito, magari 
diverso da altri. E’ un nucleo forte, di persone anche di una certa età, che 
promuovono con entusiasmo festival, dove, per esempio, amici norvegesi vanno in 
giro con in mano un tubo e un bicchiere, offrendo a tutti dell’ottimo whisky. 
Poi alzi il naso e scopri che la bottiglia è lassù in alto, attaccata ad un 
aquilone, ed il filo è appunto il tubo nel quale scorre il whisky! 
Nel 97 
a Palermo abbiamo realizzato un’opera in notturna con gli aquiloni, invitando 50 
aquilonisti da tutto il mondo. Il testo L’AQUILONE, di Michelangelo Antonioni e 
Tonino Guerra, raccontava di un bambino in clausura che faceva volare il suo 
aquilone. Tutti capivano che era un segno di libertà e gli portavano filo dai 
paesi vicini, per farlo volare più in alto possibile. Nello spettacolo un 
piccolo aquilone veniva appunto aiutato nel volo da grandi aquiloni artistici. 
Un’opera corale, con musica ed una stravolgente scenografia volante. In quel 
caso tutti gli io si sono fatti da parte, e il tutto diventava maggiore della 
somma delle parti, proprio come avviene durante il toss up dei giocolieri.
 
Ricordo con piacere l‘atmosfera che si respirava a Torino durante la EJC del 
‘97. Giocoleria ed aquiloni sono attività dove non regna l’atteggiamento 
conflittuale. Mi sembra una cosa sanissima, perché insegnano a stare bene con se 
stessi e con gli altri. Inoltre nella giocoleria non conta avere, o esibire, un 
bell’attrezzo, magari costosissimo, ma conta essere, essere capaci di far 
funzionare al meglio il tuo attrezzo, e ciò non consente bluff di alcun tipo. 
  
LA 
SCELTA DELLA GIOCOLERIA 
Mario 
Bartiromo, nostro collaboratore, si accorse che in altri paesi aquiloni e 
giocoleria viaggiavano ormai bene insieme. Incontrammo Mr. Babache alla EJC di 
Torino, e gli offrimmo una rete di distribuzione nazionale, perfettamente 
rodata, che ha funzionato da subito. La cosa importante è sapere cosa stai 
distribuendo, assistere negozi e clienti, avere un magazzino pronto a soddisfare 
le loro richieste. Penso che i giocolieri siano sempre un passo avanti rispetto 
a noi e, grazie al passaparola e alla continua sperimentazione, sono anche molto 
esigenti,  perfino sul colore degli attrezzi! 
Agli 
inizi in ditta non sapevamo distinguere un diabolo da un devil stick, mentre 
oggi tutti abbiamo una buona familiarità con gli attrezzi, e Antonio Sciamanna, 
uno dei magazzinieri, dopo il lavoro va a fare spettacoli di giocoleria nel suo 
paese! Io invece faccio parte del circo Patani, insieme a Marina e nostro figlio 
Simone, e sono ormai un professionista della monoclava, che riesco a far passare 
da una mano all’altra (inside passing)! Abbiamo le nostre t-shirt e del circo 
fanno parte anche i cuginetti di Simone, insieme ai quali ci esibiamo una/due 
volte all’anno. Siamo insomma la dimostrazione di come ci si può divertire anche 
senza essere bravissimi. 
  
IL 
MUSEO 
In questi 
anni sto lavorando ad un progetto cui tengo molto, già approvato dalla Regione, 
dall’Ente Musei e dal comune di Montopoli: un museo di aquiloni. Fino all’inizio 
del 900 gli aquiloni, insieme alle mongolfiere, erano l’unico oggetto più 
pesante dell’aria capace di volare. Ricognizione,  rilevazioni meteorologiche, 
passaggio di cavi da una sponda all’altra di un fiume, sollevamento umano, 
utilizzo di antenne per la trasmissione di segnali radio (quest’anno ricorre il 
centenario di Marconi), ma anche i primi aerei, il paracadute, il deltaplano, 
sono stati realizzati grazie all’esperienza maturata con gli aquiloni. Questo 
museo racconterà l’affascinante storia degli aquiloni, offrendo a tutti la 
possibilità di realizzarli. 
  
IL 
FUTURO 
20 
anni fa chi si schierava realmente contro la mafia veniva fatto fuori. Regnava 
una grande sensazione di impotenza, o di grande paura, e si respirava un’aria 
pesantissima, per cui mi trasferii a Roma, e subito dopo a Montopoli in Sabina, 
che trovai bellissima. Adesso, grazie alla giunta Orlando e all’intervento dello 
stato dopo le stragi di Falcone e Borsellino, la situazione in Sicilia è 
completamente cambiata, ed oggi, andando in giro per le strade di Palermo, che 
prima erano deserte, scopri fiumi di gente, fino a sera tardi. Decine di 
migliaia di cittadini che hanno cambiato la loro vita e creato un clima 
migliore. C’è più orgoglio e più dignità, così comincio a considerare l’idea di 
realizzare qualcosa in Sicilia, dove un clima meraviglioso offre potenzialità 
straordinarie per aquilonisti e giocolieri. 
Mi 
piacerebbe concludere la mia carriera di aquilonista insegnando stabilmente ai 
bambini. Sono convinto che tutte le generazioni debbano fare l’esperienza di 
costruire e far volare un aquilone. C’è tanto lavoro da fare nelle scuole, dove 
più che difficoltà incontriamo solo aperture. Abbiamo fatto corsi e festival in 
tante città d’Italia, e portiamo sempre nel nostro catalogo l’immagine del 
momento di gioia vissuta a Villasimius, dove in una settimana facemmo costruire 
1000 aquiloni ai bambini. Ma in Italia gli aquiloni vengono ancora visti o come 
un gioco per soli bambini o come un hobby, o uno sport super specializzato, per 
adulti. Nel nord Europa incontri gruppi di aquilonisti che si presentano ai 
festival in 40/50, dai bambini ai nonni, dimostrando come un oggetto comune 
possa catturare l’interesse e la passione di tutte le generazioni. In cambio del 
piccolo sforzo che richiede la sua costruzione, si viene generosamente 
ricompensati dal volo che il vento e l’aquilone producono, e questo puoi 
facilmente leggerlo nel sorriso di chi lo sperimenta. 
  
Guido 
Accascina 
0765 
279821 
info@alivola.it
 
www.alivola.it 
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    Maggio 2003   
    
       
    
       
    
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      Sulle ali del vento -
      
      www.ragazzinet.it    
      Far volare un aquilone è molto divertente. Ma ti sei 
      mai chiesto quanto lavoro richieda la sua realizzazione? Scopriamolo 
      insieme, con l’aiuto di un esperto    
    di 
      Francesca Capelli -  
      francesca.capelli@ragazzinet.it
    
       
    In questa  stagione è facile veder 
            volare gli aquiloni. Gli adulti ricordano di averli fatti, da 
            bambini, con le proprie mani: bastavano un paio di cannucce e carta 
            velina. “Ottimi materiali”, dice Guido Accascina, fondatore di 
            Alivola, azienda di Montopoli (Rieti)che produce aquiloni. “Ma 
            aquiloni di questo tipo erano molto fragili e non si potevano 
            smontare. Oggi si preferiscono materiali più tecnologici”. 
     
    Come il ripstop di nylon, 
      usato per fare le vele della barche, che pesa appena 42 grammi al metro 
      quadro. Mentre per la struttura si preferiscono legno, vetroresina o fibre 
      di carbonio, materiali che consentono di progettare aquiloni dalle forme 
      impensabili fino a pochi anni fa. Siamo abituati a pensare che gli aquiloni servano solo per il gioco e il 
      divertimento, mentre non è così. “Possono anche trainare e sollevare 
      oggetti”, osserva Accascina.
 
    “Così sono nate discipline sportive, 
            come il kite surf, cioè il surf con la tavola trainata da un 
            aquilone. E non mancano gli ‘usi’ utili: un aquilone permette, per 
            esempio, di prendere la temperatura dell’aria a 100 o 200 metri da 
            terra. Fino all’inizio del ‘900 a questi oggetti erano affidati 
            molti compiti che oggi svolgono gli elicotteri”.Come si progetta un aquilone? Dipende dall’uso che se ne farà. Se 
            deve trainare o sollevare un oggetto dovrà essere resistente e in 
            grado di catturare tutto il vento disponibile. Se servirà a far 
            giocare un bambino si preferiranno modelli molto leggeri e stabili. 
            Per le discipline sportive (come gli aquiloni acrobatici a 2 o 4 
            fili) sono possibili modelli tridimensionali capaci, se ben 
            manovrati, di evoluzioni spettacolari.
 
    Gli aquiloni che voleranno, per 
      esempio, nella pianura padana, sono molti grandi e leggeri, per catturare 
      più vento possibile, quelli destinati alla Sardegna, fin troppo ventosa, 
      sono piccoli e pesanti.“Malgrado l’impiego di materiali ad alta tecnologia, costruire aquiloni e 
      un lavoro artigianale”, dice Guido Accascina. “Progettiamo l’aquilone, 
      realizziamo il modello e lo facciamo collaudare a un esperto. Poi lo 
      modifichiamo finché non otteniamo il risultato desiderato".
 
    Solo dopo questi passaggi, l'aquilone 
            sarà messo in commercio.  Il tutto richiede circa un anno di lavoro.
 La squadra di collaudatori di Alivola comprende nomi illustri.
 Come Chicco Del Croce, campione di kite surf (nella foto qui a 
            sinistra). O ancora, Ivan Memmo (nella foto qui sopra) e Fabrizio 
            Lucci, entrambi campioni di trick, aquilone acrobatico a due fili. 
            Infine Guido Maiocchi (campione europeo di aquilone acrobatico a 
            quattro fili).
 E i prezzi? Un aquilone da bambino costa da 20 a 50 €. Un acrobatico 
            a 4 fili circa 150 €, per arrivare a 1000-1500 € per uno da kite 
            surf.
 Per sapere di più su Alivola: 
            
    www.aquiloni.it
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